Tangeri e il suo porto
Le origini di Tangeri sono quelle di un’antica colonia greca. E il nome della città pare derivi dalla dea Tinge, compagna di Ercole, che secondo il mito con la sua forza separò l’Europa dall’Africa formando lo stretto di Gibilterra. Quando la si visita, di Tangeri resta impressa la maestosità, e un porto che fa’ venire i brividi, con navi mercantili enormi, che arrivano e partono per chissà dove, e una passeggiata infinita piena di lampioni, forse migliaia, per un lusso che non serve. Tutto è enorme, e leggermente trascurato. Ma del resto non può che essere così, perché anche qui, come dappertutto in Africa, ci si rende conto come sia impossibile da parte dell’uomo gestire la vastità. E Tangeri è africana, cioè non è per niente europea, come invece pensavamo, e molto di porto, cioè molto decadente. Fra i vicoli della Medina a Sud è bellissimo sentire l’odore pesante del mare, e ti viene da respirare a pieni polmoni, e in alcuni vicoli in mezzo alle case intonacate a calce succede che si infila il vento, che ti sorprende e fa’ volare via il cappello.
Ma come al solito come tutte le città in Marocco, Tangeri è spaccata in due, con i grattacieli della città nuova, e gli alberghi sul mare con le hall immense e insensate, ma che anche quelle, seppur tenendola nascostai, tradiscono una leggera decadenza. Tangeri sembra che muoia da un momento all’altro ma non muore mai.