Il deserto
Il deserto è come il mare. Se è vero deserto, si inghiotte le cose. Con mia moglie avevamo fatto uno di quei viaggi organizzati e avevamo dormito in tenda, arrivando al campo tendato coi cammelli. La sera dopo cena nel campo eravamo saliti in cima a una di quelle dune meravigliose e immense che proteggevano il campo, tutta di sabbia, e c’era una luna che accecava, per cui salimmo in cima alla duna per andare un momento a tenerci per mano, e fu un momento incredibile. Stemmo in silenzio. Poi non so se io o lei, ma ci fu un movimento nella sabbia, perché in Marocco ti rilassi ma non sei mai veramente rilassato, insomma ci fu un movimento nella sabbia tipo il movimento di un serpente, e mi ricordo che se per salire in cima alla duna ci avevamo messo quasi 10 minuti, a scendere ci mettemmo 40 secondi. Netti.
Ridemmo, e sicuramente fu divertente, di sicuro adrenalinico. E poi in tenda facemmo l’amore. E prima di fare l’amore, o dopo, ci dicemmo migliaia di cose che non c’eravamo mai detti, piccole confessioni, peccati di cui ci vergognavamo, cose che non conoscevamo l’uno dell’altra. Fu come dire: guardami, quasi aprendosi il petto, verso di lei. E secondo me, ne sono quasi certo, fu a causa del deserto, e per il silenzio soprattutto, per quella sensazione di sentirsi talmente dispersi e lontani da tutto, da sentirsi protetti. Non ho nessuna fotografia di quei momenti e di quel posto, almeno non le trovo, e tutto questo ha un senso. Come se il segreto si dovesse conservare.